Associazione Regionale per la Tutela della Salute Mentale – Reg. Naz. Abruzzo per le Organizzazioni del Volontariato Decr. n. 712/15-11-1996 - Iscriz. RUNTS 20-12-2022 n. r. 90089
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Trattamenti sanitari obbligatori numero raddoppiato
SULMONA. Raddoppiati in un anno i Trattamenti sanitari obbligatori che a più di due mesi dalla fine del 2014 hanno già raggiunto quota 25, rispetto ai 13 registrati nel 2013.
È emergenza psichiatrica in città con il Centro di salute mentale che da ieri è stato trasferito nella sede della ex Croce rossa, alla zona artigianale, già giudicata inadeguata dal personale medico in stato di agitazione dal mese scorso. Sono 1200 i pazienti in cura al Centro, 800 solo di Sulmona, per 13mila prestazioni annue (spalmate in 50 ogni giorno), gestite dai 17 operatori.
Da ieri sono stati tutti trasferiti in via Marcante, fuori città, con i dipendenti che chiedono una soluzione alternativa in tempi brevi dopo il blitz dei Nas dell’inverno scorso.
Il trasferimento è provvisorio, con la sede concessa alla Asl dal Comune per i prossimi sei mesi. Ma i medici bocciano la soluzione e chiedono anche l’attivazione di un servizio di vigilanza.
«Chiediamo una diversa soluzione subito», incalza Massimo Tardio, psichiatra del centro e segretario della Cisal-Fpc, «quella sede è inadeguata per i nostri pazienti e per noi. Per questo faremo formale richiesta di un servizio di vigilanza, visto che la struttura si trova in una zona isolata e poco illuminata, dove i punti di fuga sono tanti. Ogni giorno noi lavoriamo in situazioni delicatissime, ma quello che spiace è che i nostri utenti non vengano tutelati da chi dovrebbe farlo per definizione. Ci hanno trasferito in una palazzina nata per ospitare corsi di macelleria, dove la Asl sta spendendo soldi per lavori agli impianti e nuovi divisori, visto che non ci sono spazi adeguati e il mobilio lo stanno trasferendo in queste ore. Senza contare», conclude il medico del Centro di salute mentale, «che non c’è una stanza per le medicazioni e che stanno facendo i lavori con noi dentro. Soldi spesi, poi, per una soluzione temporanea. Non era meglio trovarne direttamente un’altra, visto che da anni rivendichiamo una sede finalmente idonea ad ospitare questo servizio?».
Cosa questa rimarcata anche da Edoardo Facchini, responsabile regionale del Tribunale per i diritti del malato, in sintonia con Tardio.