Associazione Regionale per la Tutela della Salute Mentale – Reg. Naz. Abruzzo per le Organizzazioni del Volontariato Decr. n. 712/15-11-1996 - Iscriz. RUNTS 20-12-2022 n. r. 90089
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Progetto "Andiamo avanti" (nuova formula) – Attività dell’Associazione
Nuovo progetto, o quasi, implementato dall’Associazione “Percorsi” in convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Pescara. Dal 16 settembre 2013 viene infatti implementato il progetto Andiamo avanti, con una formula però rivisitata.
Si tratta infatti dell’unione di 2 progetti riabilitativi distinti, entrambi realizzati negli anni passati sempre dal binomio “Percorsi”-DSM: progetto Usciamo insieme (ex Progetto di Vita), ideato dal DSM Pescara nel 2009, e progetto Andiamo avanti, ideato dallo psicologo della “Percorsi” Dott. Fabio Fischietti nel 2011. A causa infatti nei numerosi tagli economici che la sanità tutta (ed in particolare la psichiatria) sta subendo, il DSM è stato costretto a chiedere alla “Percorsi” di ideare un’unione dei due progetti menzionati precedentemente (sospesi rispettivamente dai mesi marzo e febbraio 2013) in modo da dare continuità terapeutica ai progetti riabilitativi individuali dei pazienti del DSM Pescara.
Il nuovo Andiamo avanti coinvolge poco più di 30 pazienti dei due CSM del capoluogo adriatico, di qualsiasi sesso ed età. Le attività che vengono realizzate si basano su almeno due laboratori a settimana da effettuare all’interno della sede dell’Associazione (Social Skills Training, benessere psicologico multidimensionale, alfabetizzazione emotiva, stimolazione cognitiva, educazione alimentare, auto-mutuo aiuto, ginnastica dolce, orientamento professionale, teatro, training autogeno), e almeno 1-2 uscite a settimana preferibilmente serali e nel week-end, da effettuare direttamente sul territorio in contesti cittadini (pizzerie/ristoranti, pub, cinema, calcetto, percorsi alla riscoperta delle tradizioni popolari e culturali del proprio territorio), in un’ottica di reinserimento territoriale per un’utenza psichiatrica che ha preso coscienza del proprio malessere e che ha accettato di combatterlo, con una maggior cura del Sé, con il frequentare persone con gli stessi problemi e con il supportarsi reciprocamente, il tutto con la finalità di favorire processi di empowerment individuale e gruppale mettendo a frutto le abilità residue recuperate con altri e più specifici progetti riabilitativi.
Tutte le attività non hanno alcun costo a carico degli utenti, ad eccezione ovviamente di spese personali del tutto volontarie (consumazione di una pizza o di un gelato, biglietto del cinema, ecc.). Inoltre, uno degli aspetti peculiari di questo progetto è che la persona coinvolta non viene considerata semplicemente come un individuo da rieducare o riabilitare, bensì viene presa in considerazione come una portatrice attiva di valori e risorse proprie, nel senso che chi vuole può avanzare la proposta di creare un laboratorio adatto alle proprie esigenze e lavorarci insieme all’equipe degli operatori dando così, in maniera ancora più attiva, il proprio contributo e affermando maggiormente l’appartenenza al gruppo.
Tale progetto parte dal presupposto che ogni essere umano nella sua vita può attraversare 4 condizioni: immaginiamo infatti il genere umano disposto lungo una linea, i cui i due estremi sono rappresentati dal benessere mentale e dal disturbo mentale severo; lungo questo continuum ci sono altre sfumature rappresentate dal disagio psichico (ansia, basso livello del tono dell’umore, ecc.) e dal disturbo mentale (disturbo dell’umore, disturbo d’ansia ecc.). Ognuno di noi, nel corso della propria vita, a seconda degli eventi, può oscillare da una condizione all’altra: l’andamento dell’oscillazione dipende principalmente dalle risorse interne dell’individuo (carattere, stile di personalità, autostima, ecc.) e dalle sue risorse esterne (ambiente in cui si vive, contesto sociale, ecc.). Quando una persona si trova, suo malgrado, ad attraversare un periodo della sua vita nella sfera del disagio o del disturbo psichico e accetta di curarsi, può andare incontro a due tipi di guarigione: guarigione clinica e guarigione sociale. Negli anni la maggior parte delle risorse sanitarie sono state investite nel raggiungimento della guarigione clinica, ovvero attenuazione o eliminazione dei sintomi attraverso l’uso dei farmaci, trascurando la guarigione sociale, ovvero attenuazione o fronteggiamento funzionale dei sintomi e della condizione di disagio attraverso la costruzione o rafforzamento della propria rete sociale, una gestione funzionale e costruttiva del tempo libero e il potenziamento delle proprie competenze sociali, cioè quelle abilità comuni a tutti gli esseri umani che permettono di soddisfare il bisogno primario dell’uomo, vale a dire la costruzione di legami con l’altro, tramite forme adatte di comunicazione.
Obiettivi formativi del progetto sono essenzialmente il recupero e/o rafforzamento di un’adeguata rete sociale, lo sviluppo dell’autostima e della fiducia in sé stessi, il mantenimento del contatto con la realtà e la valorizzazione delle abilità sociali; mentre l’obiettivo specifico da raggiungere consiste nell’ottimizzare il processo di interazione sociale sia nel gruppo ristretto che in quello allargato, nel far raggiungere e/o nel far mantenere negli utenti interessati un adeguato livello di recovery, nel sostenere un’organizzazione costruttiva e funzionale del proprio tempo libero.